domenica 10 luglio 2011

Come ti chiudo una strada



A22,per alcuni solo una sigla,per altri un riga sull'atlante stradale,per un formicaio di persone una lingua d'asfalto che corre da Modena al Brennero collegando così l'Italia all'Austria. Chi la percorre di frequente da nord a sud,e sono tanti,non può aver fatto a meno di notare una piccola struttura fortiforme arroccata su una collinetta all'altezza di Affi,per la precisione Rivoli Veronese.
La posizione strategica di Rivoli lo ha visto protagonista fin dai tempi degli antichi romani,passando per la Repubblica Serenissima,le guerre napoleoniche e quelle d'indipendenza del nascente Regno d'Italia.
La fase che ha portato alla costruzione ,da parte degli austroungarici,e per la precisione da un'idea di quella sagoma d'uomo di Radetzky,che noi tanto applaudiamo a capodanno ma forse non conosciamo fino in fondo,è stata quella del dominio della Serenissima,la quale,avendo intuito la strategicità del luogo creò la "Chiusa veneta",praticamente fortificò tutte le vie di passaggio tra il Tirolo e la Repubblica che c'erano in zona.
Il caro feldmaresciallo riprese l'idea e fece creare Werk Wolgemuth nel 1854,al forte sulla collina affiancò anche degli sbarramenti sulla strada e sulla ferrovia,oltre che a due forti in quota,uno a est e uno a ovest, così da poter ampliare il campo visivo e sbarrare qualsiasi passaggio nella valle...nulla da dire agli austroungarici sulla capacità di costruire fortezze.
Ma torniamo a bomba sul viaggio,il paesino di Rivoli non è dei più grandi,me è molto carino e caratteristico,inoltre passeggiando per le vie e leggendone i nomi ci si rende conto che è ben consapevole di tutta la storia che vi è passata,e fa anche un pò di soggezione rendersi conto di tutto quello che è storicamente gravitato in quell'area oggi coperta da campi e vigneti.
Le indicazioni per arrivare al forte permetterebbero anche a una bertuccia ceca di arrivarci,quindi parcheggio e salgo alla volta della rocca.

Il forte si divide in tre parti la caserma alla base della collina,costruita in una seconda fase,la batteria bassa e la fortezza vera e propria.La batteria bassa si può visitare praticamente in ogni suo anfratto,si nota subito lo spessore delle mura e la totale dominanza sulla vallata,inoltre si può notare una delle due fortificazioni ausiliarie di sbarramento del passaggio.Nella parte alta della fortezza trova posto il museo dei reperti della prima guerra "Walter Rama" il museo rende molto bene la sensazione umana del conflitto:si può capire come stavano i soldati e la violenza degli scontri.Il museo è dedicato a Walter Rama,un ragazzo con la passione per la montagna e la storia,molti reperti sono stati trovati da lui e,sempre lui li ha puliti e catalogati,purtroppo però un incidente ha definitivamente posto fine a questo suo impegno.

Proseguendo nella visita del forte mi rendo conto che ci sono alcuni dettagli che poco hanno a che fare con la fine del diciannovesimo secolo e le guerre d'indipendenza,i fari d'osservazione posti sopra le guardiole e la tipologia dei cannoni esposti... entrambe le cose non proprio tipiche dell '800...pur non avendo partecipato attivamente alla prima guerra mondiale il forte è stato un importante punto di riferimento per le truppe italiane dirette al fronte,ecco spiegato il mistero temporale.
Pare impossibile quanta storia possa passare da un piccolo paesino nella valle dell'Adige.


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