mercoledì 20 maggio 2020

Omaggio a sua maestà


PREMESSA: come apprenderete leggendo questa mia avventura ci sono delle attrezzature e delle raccomandazioni da tenere ben presente, fate tesoro dei consigli che leggerete per evitare situazioni complicate durante una bellissima gita.

Delle valli di Fiemme e Fassa si è già parlato, luoghi incantati dove la natura della montagna si mostra in una delle sue forme più iconiche e meravigliose, in val di Fassa si trovano anche alcune delle più note montagne d'Italia e d'Europa, una di queste è la Marmolada detta anche la Regina delle Dolomiti.
Cosa attribuisce alla Marmolada questa regalità? 
Tale regalità arriva per prima cosa da una sua magnificenza naturale, infatti è la cima più alta delle Dolomiti dove si trova anche il ghiacciaio più esteso della catena dolomitica, per distinguersi ulteriormente la Marmolada non è nemmeno fatta di dolomia ma di calcare compatto, le origini del suo nome sono avvolte tutt'oggi dal mistero, c'è chi lo riconduce al latino marmor, indicando l'aspetto marmoreo dei suoi pendii, chi invece al greco marmar che significa splendere, riferito al ghiacciaio sulla sua vetta, in ogni caso la Marmolada incute rispetto, reverenza ed anche un pò di soggezione mista a paura a vederla quindi, che qualcuno le dia della regina ci sta tutto.
Ma perchè parliamo di Marmolada, semplice, perchè nel mio peregrinare lavorativo mi sono trovato in val di Fassa e mi sono ripromesso d'investire un giorno a rilassarmi nella valle. Di qui l'annosa scelta di cosa fare e cosa vedere, da fare e vedere tra Fiemme e Fassa ce ne è a iosa ma la mia attenzione è stata attratta dal museo più alto d'Europa, il museo 3000m, il museo si trova indovinate dove?...bravi sulla Marmolada, è un museo della prima guerra mondiale posizionato ad una delle stazioni di sosta della funivia della Marmolada, inoltre sulla montagna ci sono ancora segni della prima guerra, riassumendo: montagna, storia, avventura, ottimi ingredienti per partire.
Zaino in spalla, attrezzatura verificata e si parte in direzione Marmolada, la prima tappa la faccio ad Alba di Canazei per prendere la funivia che porta alla conca del Ciampac, perchè direte voi, perche la Marmolada è oltre i 3000m, considerato che era un bel pò di tempo che non salivo sopra i 1800m il Ciampac che è a quota 2160m basterebbe per fare un pò di ambientazione all'altitudine, inoltre vale la pena, se volete andare in Marmolada, parlare anche un attimo del Ciampac.
La Marmolada può andare bene per le famiglie, è accessibile, tenete presente però che è alta montagna, e di questo ne riparleremo, se magari tenete famiglia e la passione per la montagna non è estrema, il Ciampac fa al caso vostro: è una conca glaciale sopra Alba di Canazei, si gode un fantastico panorama sui gruppi del Sassolungo del Sella e della Marmolada, ci si arriva in funivia, ci sono prati, ruscelli, montagne, bar, ristoranti e giochi per bambini, insomma un piccolo paradiso per famiglie ed escursionisti dove si possono fare passeggiate in montagna nel silenzio della natura ammirando spettacolari paesaggi e anche fermarsi a magiare a far giocare i bambini...aver avuto tempo una giornata la si passava volentieri al Ciampac ma, non era quello il target del viaggio allora si "scendo dalle nuvole", riprendo il potente mezzo meccanico e via verso la Marmolada.
Ricordate quando ho detto che il val di Fassa di roba da vedere ce ne è a iosa? Bene una tappa da Alba di Canazei alla Marmolada, rimanendo in tema, è il lago di Fedaia.
Il lago si trova ai piedi della Marmolada vicino all'omonimo passo che collega Trentino e Veneto, il lago è artificiale, serve infatti a generare corrente elettrica, e raccoglie le acque dell'Avisio e quelle di disgelo del ghiacciaio della Marmolada.
Da qui partono anche gli impianti di risalita per la stagione sciistica e numerosi sentieri per arrivare in vetta, sulla sua diga sono state girate anche alcune scene del film "The italian job " del 2003 ma, non era nemmeno questo il target, quindi un occhiata veloce al lago e via verso gli impianti di risalita della Marmolada a malga Ciapela.
Appena arrivato alla base della montagna ho alzato lo sguardo e la mandibola è caduta, dall'alto della sua magnificenza sua maestà mi stava guardando e già faceva impressione così...

Arrivo, faccio il biglietto e...due raccomandazioni sul biglietto: se avete animali vanno tenuti al guinzaglio e con la museruola inoltre li portate in quota a vostro rischio e pericolo, c'era qualcuno con il suo amico quadrupede, personalmente in un'occasione simile in mio cane lo lascerei a casa. Inoltre state attenti agli orari non tanto di partenza, quanto di rientro, andate sempre oltre i 3000m di quota. Attuate questi accorgimenti, decidete se andare fino a quota 3000m o fino in cima e si parte.
Detestate le montagne russe? Non montereste mai su un elicottero? Avete le vertigini? Le avventure estreme si destabilizzano? State a casa.
La funivia parte lenta poi si erge sul pendio della montagna come un elicottero, la stazione di partenza diventa piccola piccola, in un attimo un paesaggio lunare vi avvolge, in men che non si dica arrivate alla prima stazione, che è solo una stazione di passaggio, e li capite che quello che vedevate dal parcheggio era solo l'inizio della salita ed iniziate a capire come mai la Regina si è guadagnata il suo nome e dove state andando ad infilarvi.
Dalla prima stazione si parte verso quella a quota 3000m, e riparte anche quella sensazione di decollo, con la differenza che prima,avevate ancora qualcosa di famigliare nel panorama adesso ci sono solo cielo e montagna...la sensazione di stare andando verso l'ignoto vi pervade in modo ancora più marcato rispetto alla prima tratta.
Arrivati a quota 3000m, dove c'è il museo ma per adesso lo mettiamo in pausa, nell'andare verso la cabina che vi porterà in vetta si legge a caratteri cubitali, come se fosse un avvertimento dell'onnipotente, che nella prossima stazione non c'è ne bar ne bagno...insomma l'idea di andare verso l'ignoto e oltre vi si palesa di fronte.
Con un pizzico di apprensione, controllando che non ci siano esigenze corporali, si sale sulla cabina e via verso l'ignoto, ora fuori dalle vetrate si vedono solo pareti di roccia, ghiaccio, nuvole e cime delle montagne.
Arrivati all'ultima stazione a quota 3265m si scende, mi dirigo verso le scale che portano alla terrazza panoramica, salgo, stando attento che non ci sia ghiaccio sugli scalini e nel mentre metto pure il berretto, la giacca l'avevo già addosso dalla partenza. Appena uscito dalla porta che dà sulla terrazza...spettacolo maestoso, la montagna in tutta la sua crudezza, bellezza e maestosità, le cime si stagliano tutte ai miei piedi, il cielo pare così vicino da poterlo toccare solo allungando la mano, il vento che soffia ti dà l'idea di qualcosa di divino, possente, vedi il mondo ai tuoi piedi e la sensazione ha dell'euforico...se non fosse anche per il fatto che se non sei abituato a 3265m la mancanza di ossigeno potrebbe farsi sentire.
Guardando tutto questo, vedendo la cima della Marmolada, punta Penia, a quota 3343 capisco perchè è la regina delle Dolomiti, montagne ne ho viste tante, alte così poche ma l'idea e la sensazione che ho avuto e quella di vedere LA montagna, quella che dalla sua vetta può permettersi di guardare l'uomo con l'aria di chi c'era prima, c'è adesso e ci sarà sicuramente dopo, chi ha millenni di storie da raccontare, chi parla con tutti ma dà confidenza solo a pochi.
Per la cronaca: volendo si può uscire dalla stazione della funivia, fare due passi sul ghiacciaio e andare fino a punta Penia ma, una cartello perentorio avvisa che "state per uscire in un ambiente di alta montagna, è fortemente sconsigliato se non siete attrezzati e pratici", essendo io pratico abbastanza da sapere che non ero preparato fisicamente per un simile ambiente ho preferito non uscire, tanto sapevo che sarei comunque uscito nella stazione a quota 3000m per andare a vedere le postazione della Grande guerra.
Finito d'inebriarmi a tale regale vista, ritorno alla stazione 3000m per andare a vedere il museo, c'è da dire che in questa stazione c'è il WC e il bar, un ambiente più turista friendly diciamo, c'è anche una terrazza esterna con chioschetto di panini e bibite, comunque, parliamo del museo.
Il museo, dove non si possono fare foto, è a entrata libera, piccolo e compatto ma comunque estremamente interessante, tanto materiale esposto si è conservato in condizioni impressionanti grazie al fatto che arriva dal ghiacciaio, infatti durante la guerra i soldati austriaci avevano scavato 12 Km di gallerie all'interno di esso, una vera e propria città di ghiaccio, avevano dato anche i nomi alle "vie" e alle "piazze" per avere una parvenza di normalità e sentirsi a casa. La vita all'interno del ghiacciaio non era proprio semplice, vuoi per la temperatura vuoi per il fatto che ogni tanto il ghiacciaio si muoveva.
Oltre al museo, all'interno della stazione c'è la grotta della Madonna delle nevi, la grotta è stata scavata dai genieri della brigata Cadore per ospitare la statua della Madonna regalata e consacrata da Papa Giovanni Paolo II, che amava particolarmente la montagna, nel 1979, la grotta è stata creata sul modello di quelle che i soldati scavavano durante la guerra 1915-18 per proteggersi dalle intemperie a dal nemico.
Finita la visita alla grotta e al museo indoor sono passato a quello outdoor, davanti alla porta per uscire dalla stazione c'era il cartello di cui sopra ma, in questo caso, valutato il tutto ho deciso che la la mia preparazione era adeguata per l'ambiente che mi trovavo ad affrontare, comunque selvaggio, comunque a 3000m ma meno ghiacciato e scosceso, se mi fosse girata la testa non finivo a valle.
ATTENZIONE: per visitare le postazioni c'è un sentiero, è comunque raccomandato avere l'attrezzatura da ferrata, personalmente, considerata la situazione sarebbe molto opportuno ascoltare questa raccomandazione.
Quindi esco e mi dirigo verso le fortificazione sullo sperone roccioso li vicino, la prima cosa che vedo è la porta di un vecchio riparo di militari, a vederlo oggi sembra confortevole e caratteristico, pensandolo d'inverno senza riscaldamento, con metri di neve ed il nemico che ti spara addosso assume tutta un'altra valenza, mentre proseguo la mia esplorazione una nuvola inizia ad avvolgere la montagna, calcolando i rischi decido che sarebbe stato più sicuro rientrare, tanto quello che c'era da vedere lo avevo visto.
L'ultima emozione è stata la discesa a valle, se la salita ha lasciato senza fiato vi assicuro che pure l'arrivo a valle non è da meno.
Tornando a casa questa volta la carne al fuoco su cui riflettere era parecchia, ho visto la montagna, quella vera, quella dove lo zainetto con il maglione e il kway, gli scarponi da montagna e le attrezzature d'arrampicata servono, dove avere l'idea di cosa sia la montagna è necessaria, non era sicuramente l'ambiente del cittadino in gita una tantum, ho visto posti spettacolari, ho provato sensazioni potenti, ho visto cosa poteva essere la guerra di montagna, li non tornavi a casa a piedi, quando arrivavi li ci rimanevi finchè non decidevano che potevi andartene...in un modo o nell'altro.
Ho visto un posto dove viverci è proibitivo e comunque l'uomo lo ha colonizzato, sia per motivi bellici sia per motivi turistici, ci tornerei?...sicuro e con più consapevolezza ho idea che lo apprezzerei ancora di più, questa è stata un'avventura un pò da turista, meno esplorativa di quelle a cui sono abituato ma ci stà, quello che mi ha spiegato la regina è che a volte dirigi tu il gioco, altre volte devi lasciare che il gioco lo diriga qualcun altro.







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