venerdì 10 giugno 2016

Tîn bòta!



Ariecchime, i casi della vita ti portano a fare cambiamenti e da "allegro giramondo", ho dovuto mettermi un tetto sopra la testa e lavorare in modo stanziale, ne consegue che il tempo per liberarsi dalle catene e girovagare è molto, molto, molto, molto, moto meno. Nonostante questo, a volte, succede che ci sia la possibilità di avere un pò di libertà, e grazie ad un corso aziendale, il mio girovagare si è fatto risentire.
A proposito di cambiamenti di vita, non sono l'unico che ne ha avuti, tanti anni fa, in una cittadina della bassa, un ragazzo ha avuto il coraggio di seguire i suoi sogni e di rischiare, ed è riuscito a far nascere un mito, un mito talmente grosso che è diventato leggenda e che, per gli appassionati, è quasi religione, il ragazzino era un tale Enzo Ferrari.
Un ragazzino come tanti, che si è trovato invischiato in due guerre mondiali, che ha ricevuto tante porte in faccia e, comunque, non ha perso la fiducia in se stesso ed ha seguito il suo sogno, finchè il suo sogno non ha spiccato il volo. Capiamoci non è una specie di santone, ha fatto anche i suoi errori, dal punto di vista famigliare e commerciale, ha pagato anche questi errori, si è portato dietro i sensi di colpa per una vita, ha cercato di rimediare...insomma, Ferrari a parte, il Drake, così veniva chiamato Enzo, era un uomo comune, semplice, non un eroe o una persona ineccepibile, ed è questo che, secondo me, rende leggenda il suo mito: se ci è riuscito lui posso riuscirci anch'io!...ok, probabilmente non creerò ne un mito ne una leggenda, ma magari realizzo uno dei miei sogni.
Tornando a noi, per lavoro  mi trovavo nella ridente Romagna, e nel mio peregrinare mi son trovato dalle parti di Modena e ho deciso di visitare la casa-museo di Enzo Ferrari.

La struttura si trova in una zona tranquilla della città, in una posizione defilata in mezzo ad un bel prato, logisticamente, parte del museo, quella più moderna si trova in una struttura affianco alla casa-officina di Alfredo Ferrari, padre di Enzo, l'altra parte, quella dedicata ai motori, si trova nella vecchia casa-officina appunto, che è rimasta com'era un tempo. Sul muro del viale d'entrata al complesso, si trovano dei pannelli che danno delle informazioni sulla nascita del sogno di Ferrari, in uno di questi pannelli viene spiegato che il giovane Enzo, a vent'anni, ha venduto la casa del padre per potersi comprare una macchina da corsa, tanta era la voglia in lui di entrare in quel nuovo e affascinante mondo
Finita la contemplazione dell'insieme, si inizia a visitare il museo, si parte dalla struttura più moderna, si fa il biglietto e si accede al padiglione, a essere onesti, non ci sono tante macchine, ma quelle che ci sono sono significative, si va da una Ferrari modificata per il film Herbie, una Ferrari Testarossa, magica con le sue linee decise e allo stesso tempo sinuose, una Ferrari GTO, quella Magnum P.I. per capirsi, che fa tornare alla mente l'atmosfera della serie, una Ferrari F1 anni '60, da dove si poteva capire quanto fosse tecnologico già allora il mondo della F1.
A un livello inferiore c'erano le nuove perle della Scuderia: la Enzo e LaFerrari, quest'ultima dava un'idea di futuro, di Ferrari ultimate.

Nel padiglione, molto ampio, c'era gente, ma c'è anche un silenzio come se si stesse visitando un luogo sacro, tutto intorno ci sono delle bacheche con documenti originali che raccontano la storia dei motori e di Modena, oltre che della Ferrari, si, perchè la zona, di motori, se ne intende: Maserati,Bugatti e Lamborghini sono nate qui e, la Pagani, vi si è stabilita in tempi recenti...senza contare la Ducati e The Doctor Rossi.
Finita la contemplazione della struttura più moderna, passo a quella più classica, qui il silenzio era meno reverenziale, in mezzo ai motori più significativi della casa di Maranello, ci sono anche alcune delle auto da corsa a ruote coperte più appariscenti e recenti della scuderia, interessante notare come, una volta, si tendesse a cromare il motore in modo esagerato, ora, si tende ad essere meno appariscenti, altra cosa che salta all'occhio guardando i motori, è la complessità della

loro meccanica, guardando il mio 4 cilindri diesel non colgo tutti i dettagli che si possono vedere nei vecchi motori ferrari.
Da apprezzare anche il personale, gentili e disponibili, inoltre, la filosofia del museo permette foto e riprese non professionali a volontà,
Per gli amanti dello shopping, all'interno del padiglione più moderno trovano posto un Ferrari store, non particolarmente economico, un simulatore di F1 e la Ferrari da F1 guidata da Schuemacher nel 2006, sulla quale ci si può fare una foto, che poi verrà ambientata nei box della Scuderia, un simpatico souvenir che ci ricorderà della visita
Considerato il tutto, il prezzo del biglietto non è eccessivo, e il museo vale sicuramente la pena di essere visitato..unico consiglio, se ci andate con qualcuno assicuratevi che condivida la vostra passione o abbia la pazienza di assistervi in questa vostra esperienza mistica, se non avete la passione per i motori o per la Ferrari, andate ci comunque, potreste sempre convertirvi sulla via per Maranello.























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