mercoledì 22 giugno 2016

X-file


Questa volta l'avventura è un incrocio tra il classico free style di Cyrano217 e un X-file, infatti, per quest'avventura, mi dirigo sull'altopiano di Folgaria, zona molto calda durante la Prima Guerra Mondiale, con l'intento di riprendere il mio progetto in merito al centenario della Grande Guerra, arrivato in zona, considerato che l'area è piena di luoghi d'interesse, faccio una piccola ricerca on site su dove recarmi in particolare.
La mia attenzione ricade su Forte campo Molon, avevo tentato varie volte di visitarlo, ma il meteo non ha mai collaborato nemmeno un pochino, questa volta però tutto pareva essere dalla mia parte.
La cosa che mi ha fatto propendere a recarmi a campo Molon è stato anche un piccolo X-file che aleggiava sulla zona del campo: pare infatti, che sulla montagna di fronte, il monte Toraro, ci sia una strada asfaltata che porta sulla cima dove...non c'è nulla, al che il mistero è perchè fare una strada asfaltata che non porta a nulla, inoltre sulla cima pare che ci siano della "piazzole" pronte ad ospitare non si sa bene cosa...insomma, ce ne è abbastanza per giustificare un viaggio nella zona.
Per arrivare al forte, transito per passo Coe, dove si Trova la base Tuono, già visitata in precedenza, tenete presente la base, servirà poi.
Faccio una strada di montagna che da passo Coe arriva fino a passo Valbona, qui parcheggio il potente mezzo meccanico che mi ha portato fino a li e valuto la situazione.
Alla mia destra una misteriosa strada asfaltata che sale in vetta, alla mia sinistra la strada per forte Molon...quale scegliere per prima?Ma quella a destra è ovvio.
Mi avventuro per la strada asfaltata del mio X-file, la strada sale lungo la montagna, non ha l'idea di essere una strada percorribile da un normale traffico veicolare, però non sembra una strada militare e nemmeno una vecchia mulattiera, le perplessità che ho trovato su internet sono fondate allora.
Verso la cima incontro la prima delle "piazzole" misteriose: un basamento di cemento senza gli apparenti resti di una qualsivoglia costruzione.
Arrivo finalmente in cima, senza alcuna particolare difficoltà, in quanto la strada è perfettamente asfaltata e nemmeno troppo ripida, noto subito che le strane piazzole sono di più e inizio a perlustrarle in cerca di qualche indizio sulla loro funzione...nulla.
Girovagando per la cima però, noto il panorama: da una parte la provincia di Vicenza, dall'altra forte Molon e...passo Coe, o meglio, base Tuono...che ci sia un nesso tra le piazzole e la base?
Tornato alla macchina, prendo la strada a sinistra verso forte Molon, questa non è troppo ripida ma non è nemmeno asfaltata, comunque si percorre facilmente.
Arrivo al bivio sotto il forte, a destra si va verso l'entrata del forte e a sinistra ci si dirige verso le torrette dei cannoni. Le due strade non sono intercambiabili: o si va all'entrata o si va alle torrette, purtroppo le due zone non sono comunicanti.
Frote Molon è entrato in guerra senza essere finito, si attendevano le coperture corazzate dalla Germania ma, a causa della neutralità dell'Italia non sono state consegnate. Nonostante questo, il forte è stato reso attivo, in sostituzione delle corazze si è ripiegato su delle coperture di cemento armato che, si pensava, avrebbero protetto le artiglierie, inoltre, all'entrata del forte è stata costruita una struttura a gomito dove venivano ricoverati gli obici in caso d'attacco. La zona del forte era la più pesantemente armata del fronte italiano, nonostante tutto, non riuscì mai a causare danni permanenti ai forti Austriaci, a causa delle loro corazzature e delle scarsa precisione dei pezzi d'artiglieria italiani. Durante l'offensiva del 1916, strafexpedition, l'esercito Austroungarico arrivò a ridosso del forte e quindi il comando italiano decise di abbandonarlo il 19 maggio 1916. Nell'abbandonare il forte si resero inservibili i cannoni, facendoli saltare con gelatina esplosiva e si minarono le strutture per farle saltare, durante quest'operazione il sottotenente incaricato della cosa, Paolo Ferrario, rimase vittima dei brillamenti.
Ad oggi del forte rimane poco, si può vedere la galleria tubolare dell'entrata, nella parte alta le gallerie che portavano alle postazioni dei cannoni e alcuni tratti di trincea, inoltre, al livello superiore si può notare un'entrata a quella che poteva essere una scala che collegava la parte alta a quella bassa. 
Il fatto che il forte sia stato fatto brillare non ha aiutato sicuramente la sua conservazione.
In definitiva, la visita al forte resta comunque interessante, si può capire la situazione dei soldati, mandati a combatte con attrezzature inadeguate o incompiute, in zone che, oggi ci appaiono rilassanti e bucoliche ma, dal 1915 al 1918, sono state zone molto poco accoglieti e, le stesse zone, hanno visto anche gli avvenimenti della seconda Guerra Mondiale, insomma, nulla è ciò che sembra: oggi luoghi di villeggiatura e di allegre scampagnate, in altre epoche zone ben poco accoglienti, dove "fare una gita", aveva tutto un altro rischio e significato.
E le piazzole sul monte Toraro???

Come detto, la zona dell'altopiano Cimbro ha visto la prima e la seconda guerra mondiale molto da vicino, ma non è l'unica guerra che ha vissuto, ricordate base Tuono, il baluardo di difesa contro i bombardieri del Patto di Varsavia chiusa nel 1977 ma operativa fino ad allora?
Ecco, quella che è visitabile oggi, non è altro che la postazione Alfa della base.
La base a passo Coe aveva tre postazioni di missili, Alfa, Bravo e Charlie, delle strutture per i militari italiani, alcune strutture per i militari USA e un centro di comando posto a 1500m dalla base e con 909m di dislivello, praticamente la cima del monte Toraro.
Ecco cosa sono le misteriose piazzole sulla cima del monte, sono i basamenti per le strutture, probabilmente container su ruote, che fungevano da centro di comando per la base a passo Coe.
Ecco quindi svelato l'arcano, la strada è stata costruita appositamente per le infrastrutture della base.
Ciò a conferma della forte rilevanza strategica della zona sia nelle due guerre mondiali che nella successiva guerra fredda.




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