giovedì 3 novembre 2016

Meglio Tardi che mai


Periodo intenso questo, il tempo per andare in giro non è molto e meno ancora è quello per rendicontarli, comunque si gira, si proseguono i progetti e si cerca di raccontarveli...ne la pioggia il vento o la neve, potranno fermare questo corriere nell'adempimento del suo dovere.
Ok, l'estate è finita e di pioggia se n'è vista poca, di vento qualcosina e di neve per nulla ma...andiamo avanti e con  ordine.
La prima guerra mondiale si è combattuta per terra, per cielo e per mare e non solo, anche per lago.
Nel nord Italia il fronte correva, quasi interamente, su quello che oggi è il confine della provincia di Trento, per la sua totalità era un confine montano, la famosa fortezza alpina, c'è una parte però, che di montano non ha nulla, quella che riguarda la parte settentrionale del lago di Garda.
Fin da piccolo mi incuriosiva uno strano buco che si trovava sopra la galleria della gardesana occidentale che precede porto S. Nicolò,, inoltre, al porto c'è una struttura di architettura tipicamente militare...insomma, quanto basta per farsi qualche domanda e rispondersi, che probabilmente era la sede dell'autorità militare del porto.
Passano gli anni e mi trovo ad esplorare il monte Brione, cosa ti trovo? Le vestigia di quello che pareva un forte, tutto abbandonato ed avvolto nella vegetazione, mi metto d'accordo con un amico per andare ad esplorarlo ma, già allora, il tempo era poco e la prudenza ha avuto il sopravvento, qundi, di esplorazioni non se n'è più parlato.
Qualche hanno fa, sento che volevano restaurare il vecchio forte Garda, non avevo ben capito dove si trovasse ne quando lo avrebbero fatto.
Ed eccoci ai giorni nostri, finalmente, mi dirigo verso porto S. Nicolò, con la ferma intenzione di conquistare il monte Bondone ed andare a riscoprire il forte che avevo visto anni prima, sperando che fosse il famoso forte Garda e che fosse stato già ristrutturato.
Arrivato al porto, con l'esperienza di qualche viaggio sulle spalle, oltre a notare la struttura che avevo visto fi da piccolo, noto che il muretto che portava alle scale che salivano sulla montagna aveva un che di struttura militare, a quel punto, in ottica Indiana Jones, inizio a mettere assieme i tasselli del puzzle, la famosa struttura e il muretto potevano fa parte della line difensiva Asburgica sul Garda.
Inizio quindi la mia salita alla vetta, mi accorgo subito che dalla mia ultima visita qualcosa era cambiato: c'erano dei gradini nuovi sul sentiero e a misura di gigante per quanto riguardava le alzate!
Man mano che salivo in quota, il panorama del lago diventava sempre più spettacolare e si aveva il pieno dominio visivo su tutta la parte alta del lago di Garda, ad un certo punto arrivo ad una postazione che aveva tutta l'aria di essere le fondamenta di un posto di guardia, seguo il cartello che indicava il forte e, sorpresa delle sorprese, ho avuto la fortuna di capitare al forte poco prima della sua inaugurazione ufficiale,eccolo li, in tutta la sua imponenza, strappato alla vegetazione e riportato al massimo della forma che gli si potesse dare a più di cento anni dalla sua costruzione.
Completamente immerso nel verde, totalmente mimetizzato alla vista per chi provenisse dal lago ed integrato con la montagna, una struttura non grandissima, ma comunque imponente, capace d'incutere rispetto nel vederla, era stata progettata per poter ospitare 150-200 soldati, quello che si vede all'esterno è una minima parte, infatti la struttura si sviluppa direttamente all'interno della montagna, così da risultare più sicura e più mimetizzata, il famoso buco sopra la galleria, infatti, è una feritoia del forte.
Purtroppo ho potuto visitarla solo all'esterno, in quanto, nonostante la prossima inaugurazione, non era ancora visitabile, comunque, da bravo esploratore sbircio dentro da tutti i buchi alla mia altezza e faccio tutte le foto del caso.
Finito d'ammirare tale opera d'ingegneria dalla sua parte più nascosta, continuo l'ascesa alla cima, arrivo così a vedere la sommità del forte, un tetto da dove si potevano distinguere le 4 cupole corazzate per le artiglierie che dovevano difendere il confine più meridionale dell'impero da un'eventuale attacco italiano, vi era anche una quinta cupola per una postazione d'osservazione.
Oltre a tutto questo, il forte era difeso da due potenti riflettori, uno a est e uno a ovest e tutta una serie di postazioni di mortai e fuciliere corazzate...insomma, nulla era stato lasciato al caso.
Proseguendo nella mia camminata arrivo finalmente alla cima, e pure li c'erano i segni di postazioni militari, muretti e posti d'osservazione, tutti abilmente mascherati e con ancora i binari che servivano per portare in posizione i pezzi d'artiglieria.
Arrivato finalmente in vetta, resto per un pò a riposare e a contemplare lo spettacolo del lago di Garda e poi inizio la mia discesa verso la macchia per il mio ritorno a casa.
Logicamente, il forte che ho visto non bastava da solo a garantire la sicurezza del fronte gardesano, era tutto un sistema integrato: la postazione corazzata di porto S. Nicolò, le postazioni d'artiglieria sulla cima del monte Bondone, il forte, le postazione sul Baldo e quelle sulle valli di Ledro e Loppio.
Insomma, una cintura fortificata di difficile espugnazione, tanto più, che un eventuale attacco dal lago si sarebbe visto con largo anticipo.
Alla fine la passeggiata non impiega molto tempo, è rinfrescante ed educativa, non si riesce a fare con bici o passeggini a causa dei gradini con alzate proibitive, ma, che voi cerchiate la storia, il refrigerio o la pace della natura, vale la pena arrivare a porto S. Nicolò e salire sul monte Brione.





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