martedì 11 febbraio 2020

Mi è sembrato di vedere una trincea


Per anni, sulla strada che da Mori va verso Isera all'altezza dell'incrocio del Mossam in Trentino, mi era sembrato di vedere quelli che parevano i resti di una trincea, sapevo che la zona era stata la prima linea austriaca nella Grande Guerra fino alla spedizione punitiva, partita dall'altopiano di Folgaria, sapevo anche dell'esistenza di un campo militare in località Asmara. Le informazione che avevo trovato in Internet confermavano le mie ipotesi ma non mi davano indicazioni chiare su come arrivare alle trincee, fino a quando...una fonte inaspettata mi dice che era andato a vedere con un  suo amico delle trincee sopra la frazione di Ravazzone, il famoso campo dell'Asmara, gli chiedo quindi come arrivarci: praticamente si attraversa Ravazzone da Mori verso Isera, all'altezza di una casa, fieramente Sarda  vista la mega bandiera al suo esterno, si gira verso la montagna e si arriva ad un campo attrezzato per pic-nic, ecco da li, a piedi si possono raggiungere le trincee che si vedono chiaramente sulla collinetta.
Considerato il posto bisogna dire che i volontari che le hanno recuperate hanno fatto un gran lavoro, le strutture si sono mantenute anche in un buon stato di conservazione, ci sono anche alcune tabelle che spiegano la storia e la composizione delle difese del campo.
Il campo dell'Asmara era in primissima line rispetto al fronte, faceva parte di una linea di difesa che andava dal monte Creino fino al monte Finonchio, al suo apice tra la parte bassa e quella alta nel campo c'erano più di trecento uomini.
La storia non pone il campo dell'Asmara all'interno di importanti battaglie ma sono accertati scontri a fuoco tra pattuglie e qualche tentativo d'assalto, di particolare rilievo è stata l'operazione per la riconquista dell'abitato di Mori che era passato in mani italiane.
Sicuramente l'esercito italiano ci ha ben pensato dall'attaccare in forze il campo in quanto c'erano alquante mitragliatrici, 12 campi minati, varie recinzioni di filo spinato ed un recinto elettrificato che difendevano i soldati austriaci. i quali, dalla loro oltre la posizione sopraelevata, avevano una caverna per la truppa e una per gli ufficiali per riparasi e riposare, una postazione medica e la possibilità di arretrare, tramite le campagne, fino ad Isera per riposarsi in modo più confortevole.
L'esplorazione del sito è affascinante, i muraglioni della trincea sono ben conservati, ci sono anche dei camminamenti scavati nella collina da poter percorrere, si può passare anche dalla caverna scavata per la truppa, sul lato d'uscita dalla caverna si apre la località Foianeghe, un pezzo di campagna da dove si poteva raggiungere Isera restando al sicuro dai colpi nemici.
Tutti i passaggi sono fatti per essere al coperto e rendere il movimento dei soldati il più possibile sicuro. Per quanto riguarda la parte rivolta al nemico della trincea si può notare come tale struttura sovrastasse in modo strategico tutta la valle.
Due parole vanno spese sugli "austriaci", oggi l'austriaco è quello che abita in Austria, oltre le Alpi e oltre il Brennero, nel 1915 l'austriaco veniva da Bressanone, Rovereto, Vallarsa e Trambileno, tutti luoghi che siamo abituati a considerare italiani. Nel mio viaggiare sui campi di battaglia della Grande Guerra in Trentino mi sono reso conto di come le linea fossero distanti o in luoghi lontani dai centri abitati, altre volte invece le linee erano vicinissime, a pochi metri le une dalle altre con dentro italiani e austriaci, ecco il campo dell' Asmara da un'altra prospettiva alla cosa: l'abitato di Mori era appena davanti alle trincee, probabilmente di notte con un urlo si poteva chiamare qualcuno in paese, Isera, Trambileno, Vallarsa e Rovereto sono tutte località che si possono vedere dalle trincee. 
Fa specie pensare che quelle persone erano state strappate dalle loro case, mandate a combattere e dal fronte potevano vedere casa, vedere il paese dove magari andavano a vendere i prodotti del loro lavoro che era diventato oltre confine, straniero...oggi, con le macchine che passano freneticamente sotto le trincee, senza problemi di confine, magari ignorando la presenza di questi manufatti storici rende ancora più forte l'immagine di quegli anni che hanno scosso il mondo e stravolto molte vite.




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